Università di Università di Bologna

Anno accademico 2003/2004

Laurea in D.A.M.S.

Titolo della tesi: LA STEFILM DI TORINO

Autore: Diego Bonazzi

Relatore: Roy Menarini

 

Correlatore: Francesco Pitassio

 

 

 

 

Estratto della tesi: La ragione da cui è scaturita la mia intenzione di scrivere questa tesi di laurea è quella di poter dimostrare come il documentario televisivo oggi esistente in Italia sia figlio di quello cinematografico del dopoguerra che aveva reso la non-fiction protagonista del cinema nazionale. La frattura iconografica verificatasi nella nostra tradizione rende molto difficile sostenere questa affermazione, ma una più profonda analisi fa riscontrare una moltitudine di comunanze. Negli altri paesi europei questo problema non si pone, dato che, non si è verificata un’interruzione così prolungata della produzione come è avvenuta da noi; all’estero il documentario rimasto orfano delle sale ha trovato rifugio nelle televisioni dove lentamente si è adattato al nuovo linguaggio.

Il nostro panorama nazionale è cambiato diametralmente con la comparsa delle televisioni satellitari che hanno portato nel nostro paese le metodologie di produzione internazionali. Questa nuova e dinamica situazione, però, era di difficile comprensione per molti operatori e solo coloro che in precedenza avevano collaborato con l’estero erano in grado di rapportarsi con questi nuovi soggetti. La mia scelta di fare di Stefilm il key case per il presente studio è proprio dovuta alla professionalità che è stata sviluppata da questa di produzione in anni in cui occuparsi di documentari appariva un’utopia. Attraverso l’analisi dell’attività di Stefilm ho cercato di individuare quali siano stati i momenti di svolta della sua storia e quali di essi debbano essere imitati da chi voglia inserirsi nel mercato in questo momento.

Nel primo capitolo viene affrontata la storia del documentario in Italia dalle sue origini, con particolare attenzione al periodo che va dagli anni ’80 ad oggi; ovvero la storia della sua lenta rinascita dopo i disastrosi anni ’70 che avevano posto fine al periodo d’oro del cinema documentario italiano del dopoguerra.

Il secondo capitolo è un’analisi della situazione attuale della produzione di documentari in Italia. Vi si presentano i soggetti fondamentali necessari alla crescita del nostro mercato nazionale (autori, produttori indipendenti, commissioning editors, associazioni di categoria, festival specializzati, corsi di formazione) e di come essi stiano lentamente imboccando la giusta direzione per portare l’Italia al livello degli altri paesi europei.

Il terzo capitolo presenta la storia della Stefilm, casa di produzione torinese nata nel 1985 e che dal 1995 ha adottato pienamente il metodo di produzione internazionale di documentari di creazione. Attraverso l’analisi della differenza tra il metodo produttivo applicato nel primo decennio e quello sviluppato successivamente si evidenzia il salto di qualità che garantisce la metodologia di sviluppo che il progetto MEDIA sostiene.

Nel quarto capitolo vengono analizzate le maggiori produzioni Stefilm sviluppate con il sostegno europeo e coprodotte con televisioni europee e nordamericane. La storia di ogni film viene ripercorsa sia dal lato creativo che dal lato finanziario chiarendo quanto essi siano intimamente legati ed entrambi fondamentali alla buona riuscita di un documentario.

Il quinto capitolo è costituito dalle interviste ai tre membri fondatori di Stefilm (Stefano Tealdi, capo dello sviluppo; Elena Filippini, capo della produzione; Edoardo Fracchia, produttore esecutivo) e ai loro due più importanti collaboratori (Fabrizia Galvagno, responsabile dello sviluppo creativo; Andrea Gattico, responsabile del settore grafico e web) dove ciascuno di essi parla della propria crescita personale all’interno dell’azienda e dove possiamo renderci conto globalmente dell’evoluzione produttiva compiuta da Stefilm nel corso degli anni.

Il sesto capitolo presenta un caso specifico di collaborazione tra degli autori esordienti e Stefilm. Viene illustrato il progetto per film documentario presentato da Kejdi Prifti e dal sottoscritto alla Stefilm partendo dalle prime fasi di scrittura e arrivando al piano di lavoro per portare il trattamento finale a ricevere i finanziamenti MEDIA.

Il settimo e conclusivo capitolo porta a compimento il discorso sul futuro del documentario in Italia, evidenziando il vantaggio che ha avuto la Stefilm ad adottare il metodo di lavoro europeo della coproduzione internazionale, auspicando che altre case di produzione italiane ne seguano l’esempio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dati dell’autore

Nome e Cognome: Diego Bonazzi

Indirizzo e-mail: diegobonazzi@inwind.it