Cristina Balma Tivola

 

Responsabile del sito internet 'Reciproche visioni' http://web.tiscali.it/antropologiavisiva

 

 

Tesi: Laureata nel 1996 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino con tesi in Storia e critica del cinema (relatori prof. Paolo Bertetto e prof. Dario Tomasi) dal titolo: "Il documentario inventato di Werner Herzog".

 

Il mio lavoro di ricerca sui documentari realizzati dal regista tedesco Werner Herzog ha indagato e messo in luce le caratteristiche specifiche della poetica di questa Autore quando egli si confronta con, e descrive o rappresenta, una realtà preesistente al suo intervento filmico.

Il primo capitolo risponde all’esigenza di contestualizzare l’argomento: vengono pertanto fornite alcune indicazioni sia sul cinema di Herzog in generale sia sull’altrettanto generale problema di definizione del cinema documentario. Un primo momento vede quindi protagonista il regista, la questione fondamentale dell’identificazione tra cinema e vita che ritorna con insistenza nelle singole opere, la ricerca sulla comunicazione e sull’uomo. Nella seconda parte si propongono alcune considerazioni sul cinema documentario in generale, indicative dei problemi legati ad una sua definizione, alla presenza di temi e metodi ricorrenti, ecc.

Dal secondo capitolo entriamo nel vivo del problema, affrontando il complesso Fata Morgana, film fondamentale in quanto in esso sono presenti sia a livello tematico sia a livello linguistico le costanti del cinema herzoghiano e nello stesso tempo sono rese evidenti certe scelte ed interessi linguistici ricorrenti anch’essi nei film successivi; ma soprattutto viene evidenziato il forte legame esistente tra questi due livelli, tanto che in più occasioni non si è potuto trattare l’uno disgiunto dall’altro. Oggetto della riflessione successiva sono temi quali "parola e comunicazione" (Letzte Worte), "diversità percettiva legata all'handicap" (Land des Schweigens und der Dunkelheit che ha fatto parlare di quello di Herzog come di un 'cinema dei sensi'), "diversità espressiva" (in reazione alla fallacia della parola, la musica e il tatto), "rapporto tra eroismo e fallimento" e concezione del lavoro di regia come compito di 'far vedere' (La Soufrière e Lektionen in Finsternis).

Il lavoro si conclude con la riflessione su Echos aus einem düsteren Reich, che abbiamo visto come epilogo sia linguistico che tematico del cinema di Herzog. Dal punto di vista linguistico il regista ha trovato soluzioni complesse ed efficaci soprattutto a livello di montaggio che accrescono il valore eidetico delle immagini; dal punto di vista tematico la ricerca antropologica specifica del film in questione ha un esito tragico che in realtà sembra assumere una valenza più universale investendo la sua complessiva opera cinematografica.

Un ultimo capitolo propone infine delle osservazioni risultanti dall’analisi degli elementi che emergono nei singoli film, privilegiando un discorso tematico piuttosto che linguistico. Qui si nota come Herzog consideri in termini di sostanziale identità il cinema narrativo e quello documentario; l’accento è posto su temi, motivi e relazioni che, se non possono distinguere le due suddette aree, gettano però luce su un certo modo di intendere e di fare il cinema che si discosta da un concetto di verosomiglianza o di riproduzione/restituzione della realtà in favore dell’individuazione della verità di cose, persone, e situazioni anche a costo di una reinvenzione del dato reale.

 

Scheda personale

 

2001-2003 (in corso) Iscrizione al dottorato in Antropologia della contemporaneità presso università degli Studi di Milano Bicocca;

1998 Frequenza al workshop “Video Methods for Anthropological Fieldwork”, Australian National University, Canberra (Australia);

1996-1997 Corso di perfezionamento in Antropologia culturale e sociale, Università di Padova;

 

Pubblicazioni

 

2001 <Colori> della realtà. Immagini dell’immigrazione nei ‘programmi di servizio’ RAI, in AA.VV., “Il Nuovo Spettatore 5”, 4a serie, Lindau, Torino

2001 “Sguardi da condividere (riflessioni su antropologia visiva e produzioni audiovisive di popolazioni native)”, in Donatella Schmidt (cur.) Per un’antropologia del grigio. L’altro visto dall’altro, Unipress, Padova

2000 Un buon soldato del cinema. Il lavoro di Werner Herzog come documentarista in AA.VV., “Il Nuovo Spettatore 3/4”, Lindau, Torino

1999 “Appunti sul rito e sul tempo festivo”, in Stefano M. Mantello (cur.), La metamorfosi del rito, Ass. Il Laboratorio, Torino

1998 (cur.) Cronache nomadi. Il cinema documentario di Werner Herzog, Ass. FERT, Torino

1998 “Diario dello spettacolo”, in C. Balma Tivola, G. Bordin e R. Rabezzana (cur.), Storie Sommerse, Ass. Almaterra / Regione Piemonte, Torino.

 

Ricerche con produzioni audiovisive

 

1998 Ricerca sull’arte aborigena presso l’Università del Western Australia e realizzazione del video Berndt Museum of Anthropology (doc., DiViCam, 15’, 1999)

1999 Ricerca presso la compagnia teatrale interculturale Almateatro e realizzazione dei video:

Righibé in Toscana (doc., DiViCam, 25’, 1999);

Almateatro. Il teatro delle donne migranti e native (doc., 35’, 1999).