L'ALTRO CINEMA DI CESARE ZAVATTINI

I CINEGIORNALI LIBERI

di EMILIANO BATTISTA

D.A.M.S. Univerità degli Studi di Bologna 1999

RELATORE: LEONARDO QUARESIMA
CORRELATORE : ANSANO GIANNARELLLI

INDIRIZZO:
emilianobattista@yahoo.com

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Questa tesi affronta il complesso di proposte, produzioni e teorizzazioni che costituiscono l'aspetto probabilmente più ricco ed attuale, quanto rimosso e misconosciuto, dell’eredità lasciata dalla proteiforme e contraddittoria figura di Cesare Zavattini.


Nella prima parte del lavoro si individuano, tra le tracce lasciate dalla presenza zavattiniana, le premesse pratiche e teoriche dell'esperienza dei Cinegiornali Liberi, cui viene dedicata la seconda sezione della tesi.


La ricostruzione del pensiero cinematografico zavattiniano, di cui si mira a mettere in evidenza la modernità la rilevanza e l'anomalia all'interno del panorama del cinema italiano, attinge ad interventi che una scrittura frammentaria ed asistematica dissemina lungo l'arco di quasi mezzo secolo. Da questi scritti emerge con forza una serie di temi ripresi e lavorati incessantemente nel corso degli anni. L'opposizione al cinema "così come é" si sostanzia in una serie di proposte che, mai realizzate dallo stesso Zavattini, prefigurano pratiche che, spesso al di fuori dei confini italiani, rivoluzioneranno il modo di fare e concepire il cinema. Quello sognato da Zavattini é un cinema che, liberato dai condizionamenti imposti da sceneggiature e strutture produttive, dalla tirannia assoluta esercitata dal lungometraggio di finzione narrativa, si esplica in una pluralità di forme difficilmente riconducibile ad una cifra unica. Ritorna con costanza l'idea neorealista del "cinema utile", idea che, animata dalla tensione verso l'azione diretta sfocia nella proposta di un allargamento della base produttiva individuando un motivo fondamentale nell’attenzione allo sviluppo tecnologico, verso macchine sempre più "economiche, semplificate, leggere ed alla portata di tutti".

Accanto al ritratto dello Zavattini teorico la tesi individua una serie di snodi fondamentali del percorso che porta "l'Altro Cinema" fino ai Cinegiornali Liberi (dagli esperimenti di "film lampo" e rotocalchi cinematografici immediatamente successivi alla fase neorealista fino ai film inchiesta degli anni '60). Quello che si mette in evidenza e' l'esistenza di un percorso di radicalizzazione costante nella
tensione verso il lavoro di gruppo e l'uscita dalle strutture ufficiali.

In questo senso si arriva a sottolineare la specificità dei Cinegiornali Liberi – spesso destinati ad essere sommersi dal loro stesso contesto sessantottino- capitolo di un percorso che arriva ai primi anni '80 con l'esordio registico dello Zavattina de "La Veritàààà".


Trattando nello specifico dei Cinegiornali Liberi si propone una periodizzazione che mette in risalto l'esistenza di più fasi nella storia di questa esperienza tesa a favorire la nascita di gruppi di "azione cinematografica" sparsi su tutto il territorio nazionale. In particolare ci si concentra sulla storia di "Apollon una fabbrica occupata", sicuramente l'esperienza centrale prodotta dai Cinegiornali Liberi.
Una sezione finale si occupa di presentare schede relative a tutti i collettivi e le produzioni audiovisive di cui si ha notizia.