Autore: Diego Bonazzi |
Relatore: Roy
Menarini |
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Correlatore: Francesco Pitassio |
Estratto della tesi: La ragione da cui è scaturita la
mia intenzione di scrivere questa tesi di laurea è quella di poter dimostrare
come il documentario televisivo oggi esistente in Italia sia figlio di quello
cinematografico del dopoguerra che aveva reso la non-fiction protagonista del
cinema nazionale. La frattura iconografica verificatasi nella nostra tradizione
rende molto difficile sostenere questa affermazione, ma una più profonda
analisi fa riscontrare una moltitudine di comunanze. Negli altri paesi europei
questo problema non si pone, dato che, non si è verificata un’interruzione così
prolungata della produzione come è avvenuta da noi; all’estero il documentario
rimasto orfano delle sale ha trovato rifugio nelle televisioni dove lentamente
si è adattato al nuovo linguaggio.
Il nostro panorama nazionale è
cambiato diametralmente con la comparsa delle televisioni satellitari che hanno
portato nel nostro paese le metodologie di produzione internazionali. Questa
nuova e dinamica situazione, però, era di difficile comprensione per molti
operatori e solo coloro che in precedenza avevano collaborato con l’estero
erano in grado di rapportarsi con questi nuovi soggetti. La mia scelta di fare
di Stefilm il key case per il presente studio è proprio dovuta alla
professionalità che è stata sviluppata da questa di produzione in anni in cui
occuparsi di documentari appariva un’utopia. Attraverso l’analisi dell’attività
di Stefilm ho cercato di individuare quali siano stati i momenti di svolta
della sua storia e quali di essi debbano essere imitati da chi voglia inserirsi
nel mercato in questo momento.
Nel primo capitolo
viene affrontata la storia del documentario in Italia dalle sue origini, con
particolare attenzione al periodo che va dagli anni ’80 ad oggi; ovvero la
storia della sua lenta rinascita dopo i disastrosi anni ’70 che avevano posto
fine al periodo d’oro del cinema documentario italiano del dopoguerra.
Il secondo capitolo è un’analisi
della situazione attuale della produzione di documentari in Italia. Vi si
presentano i soggetti fondamentali necessari alla crescita del nostro mercato
nazionale (autori, produttori indipendenti, commissioning editors, associazioni
di categoria, festival specializzati, corsi di formazione) e di come essi
stiano lentamente imboccando la giusta direzione per portare l’Italia al livello
degli altri paesi europei.
Il terzo capitolo
presenta la storia della Stefilm, casa di produzione torinese nata nel 1985 e
che dal
Nel quarto
capitolo vengono analizzate le maggiori produzioni Stefilm sviluppate con il
sostegno europeo e coprodotte con televisioni europee e nordamericane. La
storia di ogni film viene ripercorsa sia dal lato creativo che dal lato
finanziario chiarendo quanto essi siano intimamente legati ed entrambi
fondamentali alla buona riuscita di un documentario.
Il quinto capitolo è costituito dalle
interviste ai tre membri fondatori di Stefilm (Stefano Tealdi, capo dello
sviluppo; Elena Filippini, capo della produzione; Edoardo Fracchia, produttore
esecutivo) e ai loro due più importanti collaboratori (Fabrizia Galvagno,
responsabile dello sviluppo creativo; Andrea Gattico, responsabile del settore
grafico e web) dove ciascuno di essi parla della propria crescita personale
all’interno dell’azienda e dove possiamo renderci conto globalmente
dell’evoluzione produttiva compiuta da Stefilm nel corso degli anni.
Il sesto capitolo presenta un caso
specifico di collaborazione tra degli autori esordienti e Stefilm. Viene
illustrato il progetto per film documentario presentato da Kejdi Prifti e dal
sottoscritto alla Stefilm partendo dalle prime fasi di scrittura e arrivando al
piano di lavoro per portare il trattamento finale a ricevere i finanziamenti
MEDIA.
Il settimo e
conclusivo capitolo porta a compimento il discorso sul futuro del documentario
in Italia, evidenziando il vantaggio che ha avuto
Nome e Cognome: Diego Bonazzi
Indirizzo e-mail: diegobonazzi@inwind.it